Le origini del Weimaraner pare risiedano in Germania ma ancora oggi non si hanno certezze di ciò, in quanto le tracce della nascita di questa razza sono state distrutte per tenerne segreta l’origine.
Seguendo la teoria più credibile l’origine del Weimaraner risale al XIII secolo in Francia, ove Luigi IX, tornato da una crociata nel nord Africa, portò con sé quello che si pensa essere l’antenato diretto del Weimaraner cioè il Cane Grigio di Saint Louis. Da quel momento fu utilizzato nella traccia ai guinzaglio, metodo di caccia tipico del tempo, che gli assegnò per questo motivo il riconoscimento di “Leithund”. Esso era l unico cane che viveva al fianco del suo padrone, al contrario degli altri cani della muta. Il forte attaccamento al padrone e alla famiglia si riscontra anche nel Weimaraner moderno.
Il nome e la selezione del Weimaraner nascono sicuramente alla corte di Weimar (regione tedesca), intorno al XVIII secolo con il Granduca Carl August, detto “il cacciatore tra i re ed il re tra i cacciatori”, il quale selezionò questa razza per destinarla alla caccia nelle foreste della Turingia. Il Granduca Carl August, appassionato di cani e di caccia, selezionò una particolare razza incrociando cani con spiccata avidità per la caccia alla selvaggina, verosimilmente Pointers, con vecchie linee pure francesi del Cane Grigio di Saint Louis. Da questi incroci ottenne un cane che assomigliava molto al Weimaraner moderno e casualmente nacque anche la varietà a pelo lungo, vista per la prima volta a un’esposizione internazionale canina a Vienna nel 1934.
Essendo iscritto nel libro “origini” e allevato come pura razza da circa cento anni, evitando perciò incroci con altre razze, il Weimaraner è verosimilmente il più antico dei cani da ferma tedeschi. Nella seconda metà del 1800 il Weimaraner era una razza ormai molto diffusa, infatti i cacciatori professionisti non erano gli unici che apprezzavano le molteplici qualità di questo cane, anche le guardie forestali gradivano la sua versatilità tanto che venne soprannominato “il cane delle foreste”. Nel 1897 nasce il club tedesco di razza dopo non poche difficoltà nell’ottenere il riconoscimento ufficiale. In Germania iniziò così l’allevamento e uno dei primi allevatori di Weimaraner “puri” fu l’avvocato Pitschke. Purtroppo la prima guerra mondiale, scoppiata qualche anno dopo, interruppe l’allevamento e le prove di lavoro causando l’esportazione di molti soggetti tanto che, una volta finito il conflitto, si contavano pochissimi esemplari rimasti. Passarono diversi anni prima che la selezione riprendesse (precisamente nel 1951) e si basò sullo standard e sulle prove in campo, dato che le tracce dell’origine della razza, perse nel tempo, erano confuse e incerte.
I Weimaraner sono conosciuti anche come “fantasmi grigi”, ciò è dovuto ai soldati americani che li chiamarono così nel periodo della seconda guerra mondiale vedendoli muoversi sui terreni di guerra.
In America il Weimaraner ha avuto molto successo e tutt’oggi sono registrate 500 nascite al mese. Difatti molte sono le attività, oltre alla caccia, che lo vedono protagonista: cane guida, narcotraffico, guardia, cane poliziotto, agility dog e compagno di vita. La sua diffusione e il vero boom negli USA risale agli anni cinquanta, quando il Weimaraner fu considerato il cane del buon gusto, dell’alta classe, dall’intelligenza quasi umana. Alcuni esemplari appartennero a Grace Kelly, Eisenhower ed a Roy Rogers.
Aspetti generali
Tipico cane da lavoro da media a grossa taglia, di splendide forme, nervoso e con forti muscoli. Dimorfismo sessuale molto accentuato.
Facile da addestrare e versatile nelle più svariate discipline, energico e molto appassionato alla caccia, tenace nella cerca sistematica. Ottimo fiuto e svelto nel rintracciare le prede, affidabile cane da ferma e per il lavoro in acqua.
In famiglia riesce a instaurare con tutti i componenti un buon rapporto, affezionato e ubbidiente con il padrone, dolce e paziente con i bambini come è sempre stato fin dalle sue origini. Al tempo stesso ha un’ottima predisposizione alla guardia grazie alla sua forte territorialità, risultando molto protettivo nei confronti della famiglia. È consigliabile una socializzazione accurata fin dai primi mesi di vita, sia con persone sia con altri cani, perché a causa della sua naturale diffidenza verso gli estranei. È opportuno fornirgli un adeguato esercizio fisico, dedicare molto tempo al gioco e magari impartirgli un’educazione professionale con un istruttore cinofilo. Così facendo si potrà tenere sotto controllo il suo esuberante comportamento e la sua costante “voglia di fare”; anche il padrone, dal suo canto, deve munirsi di forte pazienza e coerenza. Ignorando questi piccoli accorgimenti potrebbero sopraggiungere problemi comportamentali, come quello di rosicchiare mobili o altro nel caso in cui venga lasciato solo in casa. Inoltre con un’adeguata educazione si riuscirà a controllare quel lato venatorio che vive in lui fin dalle sue origini.
